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Trasversalità della "casta" la norma proposta dall’UDC

Ancora norme contro la libertà di espressione

Dissentire può costare la chiusura del blog
giovedì 27 maggio 2010 di Guglielmo Di Grezia
Ieri il Senato ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (D.d.L. 733) tra gli altri con un emendamento del senatore Gianpiero D’Alia (UDC) identificato dall’articolo 50-bis: Repressione di attività diapologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet.

la prossima settimana Il testo approderà alla Camera diventando
l’articolo nr. 60.

Il senatore Gianpiero D’Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al
Governo e ciò la dice lunga sulla trasversalità del disegno liberticida
della "Casta".

In pratica in base a questo emendamento se un qualunque cittadino
dovesse invitare attraverso un blog a disobbedire (o a criticare?) ad
una legge che ritiene ingiusta, i providers dovranno bloccare il
blog.

Questo provvedimento può far oscurare un sito ovunque si trovi, anche
se all’estero; il Ministro dell’Interno, in seguito a comunicazione
dell’autorità giudiziaria, può infatti disporre con proprio decreto
l’interruzione della attività del blogger, ordinando ai fornitori di
connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di
filtraggio necessari a tal fine

L’attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine
di 24 ore; la violazione di tale obbligo comporta per i provider una
sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000.

Per i blogger è invece previsto il carcere da 1 a 5 anni per
l’istigazione a delinquere e per l’apologia di reato oltre ad una pena
ulteriore da 6 mesi a 5 anni perl’istigazione alla disobbedienza delle
leggi di ordine pubblico o all’odio fra le classi sociali.

Con questa legge verrebbero immediatamente ripuliti i motori di
ricerca da tutti i link scomodi per la Casta!

In pratica il potere si sta dotando delle armi necessarie per
bloccare in Italia Facebook, Youtube e tutti i blog che al momento
rappresentano in Italia l’unica informazione non condizionata e/o
censurata.

Vi ricordo che il nostro è l’unico Paese al mondo dove una media
company
ha citato YouTube per danni chiedendo 500 milioni euro di
risarcimento.

Il nome di questa media company, guarda caso, è Mediaset.

Quindi il Governo interviene per l’ennesima volta, in una materia
che, del tutto incidentalmente, vede coinvolta un’impresa del
Presidente del Consiglio in un conflitto giudiziario e d’interessi.

Dopo la proposta di legge Cassinelli e l’istituzione di una
commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra poco
meno di 60 giorni dovrà presentare al Parlamento un testo di legge su
questa materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto
rende esplicito il progetto del Governo di normalizzare con leggi di
repressione internet e tutto il istema di relazioni e informazioni
sempre piú capillari che non si riesce a dominare.

Tra breve non dovremmo stupirci se la delazione verrà premiata con
buoni spesa!

Mentre negli USA Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet in
Italia il governo si ispira per quanto riguarda la libertà di stampa
alla Cina e alla Birmania.

Oggi gli unici media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono
stati il blog Beppe Grillo e la rivista specializzata Punto
Informatico.

Fate girare questa notizia il piú possibile per cercare di svegliare
le coscienze addormentate degli italiani perché dove non c’è libera
informazione e diritto di critica il concetto di democrazia diventa un
problema dialettico.


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