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Napoli, militari americani in allarme “Acqua, aria e suolo contaminati”

domenica 10 luglio 2011

Napoli, militari americani in allarme “Acqua, aria e suolo contaminati”

I medici della Base della US Navy del capoluogo partenopeo hanno raccolto per quattro anni centinaia di campioni. I comuni più inquinati sono risultati Casoria, Villa Literno, Casal di Principe e Marcianise. Preoccupanti soprattutto i dati sull’acqua: sarebbe contaminata da batteri coliformi fecali a causa degli allacci abusivi

La situazione a Napoli è molto piú complicata di quanto i roghi della monnezza per le strade possano indicare. In tutta la città, nelle campagne intorno, nelle falde acquifere e nell’aria la situazione ormai sembra essere quasi del tutto compromessa. A dirlo però non sono dati di fonte italiana, che non ci sono, ma di fonte americana. I medici della Base della US Navy di Napoli sono andati in giro per quattro anni e hanno raccolto centinaia di campioni di acqua, suolo e aria, prelevandoli direttamente dall’interno delle abitazioni che gli stessi ufficiali e marinai della Sesta Flotta avrebbero poi affittato. Il risultato è stato sconcertante, al punto che gli stessi medici hanno chiesto esplicitamente al personale della base che vive in certe aree di Napoli di non lavarsi i denti con l’acqua del rubinetto e di farsi la doccia tenendo bocca e occhi chiusi. I medici americani hanno suddiviso la città in nove aree di studio.

Dai risultati delle analisi condotte su centinaia di campioni, i comuni piú inquinati sono risultati Casoria, Villa Literno, Casal di Principe e Marcianise. Guarda la mappa della città

Secondo gli americani le 4 aree sono talmente inquinate da mettere a rischio la salute di chi ci vive. A fare piú paura è sicuramente l’acqua di casa. A differenza delle rilevazioni effettuate dalle autorità italiane, spiegano gli americani, sono stati raccolti campioni di acqua direttamente dai rubinetti della case. I risultati sono allarmanti: in alcune abitazioni sono stati riscontrati contaminazioni da batteri coliformi fecali e totali, da nitrati e tetracloroetene (Pce). Non solo. In alcune case sono state rilevate concentrazioni di piombo e in maniera piú diffusa di arsenico.

Sotto accusa non sono gli acquedotti ma gli allacci abusivi che in alcuni comuni collegano la maggior parte delle abitazioni all’acqua. In alcune case, secondo lo studio americano, arriva acqua di acquedotto mescolata a quella inquinata usata per l’irrigazione. Gli americani dicono che l’acqua di Napoli è addirittura pericolosa anche quando evapora perché rilascia composti organici volatili pericolosi. Sono stati infatti rilevati tracce di Pce e cloroformio, le stesse sostanze che evaporano dal suolo e che poi vanno a finire nell’aria che respiriamo.

La Marina americana consiglia quindi ai suoi militari di usare l’acqua in bottiglia per bere, cucinare, fare il ghiaccio, lavarsi i denti e per abbeverare gli animali domestici. Neanche l’ebollizione riduce i rischi perché i nitrati presenti con il calore aumentano le loro concentrazioni. Per i più piccoli è consigliato evitare i bagnetti e optare per una pulizia con una spugna.

Anche il suolo napoletano è risultato inquinato in maniera preoccupante. Gli americani hanno rilevato la presenza di agenti chimici come idrocarburi aromatici, diossina, furani, Pce ed arsenico. Nella maggior parte delle aree in cui è avvenuto il campionamento, i livelli di questi inquinanti sono stati considerati ‘accettabili’, ma in alcune zone le concentrazioni d’arsenico hanno spinto gli americani a raccomandare ai loro militari, ma anche ai residenti, di limitare al minimo i contatti con il suolo e di lavarsi spesso le mani. Piú allarmante invece è la presenza di gas che dal suolo possono entrare nelle case e mettere in pericolo la salute degli abitanti. Ecco perché l’esercito americano ha già predisposto il trasloco dei militari residenti nelle aree a rischio e raccomandato a quelli in attesa di cambiare casa, di evitare gli scantinati e di ventilare le case in maniera frequente.

Per quanto riguarda invece l’aria di Napoli, lo studio americano non ha trovato grosse variazioni tra l’inquinamento di Napoli e quello di altre metropoli americane, come Los Angeles o Washington. Sono stati invece rilevati preoccupanti livelli di aldeidi nei giorni in cui è stata bruciata la spazzatura.


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