A leggere la relazione del procuratore regionale della Corte dei Conti pronunciata in occasione della cerimonia di inaugurazione del nuovo anno giudiziario, si resta sconsolati. Impotenti. Che fare? Ti assale una voglia di riparare altrove o di non votare piú, mai piú. Descrive uno stato della pubblica amministrazione del tutto desolante, maledettamente identico a quello dell’anno scorso e dell’altro anno ancora, e cosí via. Un quadro cronico, inguaribile. Una realtà di diffusa disorganizzazione nella gestione della cosa pubblica, di consulenze inutili, di promozioni illegittime, di aumenti di stipendio ingiustificati, di affidamenti degli appalti irregolari, di opere completate in ritardo o lasciate incompiute, abbandonate perché non funzionanti o non funzionali, di costose apparecchiature mai utilizzate, di rimborsi spesa gonfiati. Insomma la fotografia di una classe politica senza etica pubblica e senza competenze, mossa da affarismo e familismo.Altro che legalità e meritocrazia.