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Le università meridionali escluse dal consiglio direttivo dell’Anvur

Sud escluso: L’Università del Salento protesta

da Info-Salento.it
venerdì 28 gennaio 2011

L’Università del Salento l’unica a protestare, finora.

Il Senato accademico dell’Università del Salento è unanime nella condanna dei due schiaffi in faccia che nei giorni scorsi il Consiglio dei ministri ha rifilato alle Università meridionali e alle facoltà umanistiche di tutte le Università italiane, escluse, le une e le altre, dal Consiglio direttivo dell’Anvur, l’agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca. L’Anvur è l’agenzia incaricata di giudicare la qualità degli atenei e degli enti di ricerca italiani. Dal suo giudizio dipendono poi i finanziamenti che andranno a premiare le migliori Università, quelle che avranno ottenuto le migliori performance. Insomma, una sorta di authority delle Università fortemente voluta dal ministro dell’istruzione Maria Stella Gelmini.

Scremando da una rosa di nomi fornita dalla speciale commissione di cinque saggi - in cui l’unico meridionale era il professore Salvatore Settis - che a sua volta aveva scelto fra i 300 candidati, il ministro Gelmini ha proposto all’ultimo Consiglio dei ministri, che l’ha approvata, la nomina nel Consiglio direttivo dell’Anvur degli economisti Fiorella Kostoris dell’Università "La Sapienza" di Roma, e Andrea Bonaccorsi, dell’Università di Pisa; della sociologa Luisa Ribolzi dell’Università di Genova; del genetista Giuseppe Novelli dell’Università Tor Vergata di Roma; del veterinario Massimo Castagnaro, dell’Università di Padova; del fisico Stefano Fantoni, dell’Università di Trieste; dell’ingegnere Sergio Benedetto, del Politecnico di Torino. Come si vede nemmeno un professore del Sud, nemmeno uno delle facoltà umanistiche. Nonostante quelle nomine debbano ancora ottenere il parere delle Commissioni parlamentari e poi essere ratificate con il decreto del presidente della Repubblica, immediate sono partite le proteste da parte della conferenza dei presidi di Lettere e Filosofia e delle associazioni accademiche degli archeologi, degli italianisti, dei filosofi e di tutte le altre materie umanistiche, proteste concretizzatesi in un documento a firma del presidente degli italianisti, il professore Amedeo Quondam.

Anche a Lecce è fortissimo il malumore per questa scelta del ministro Gelmini. «Non era all’ordine del giorno della riunione del Senato accademico (di ieri, n.d.r.)- dice il professore Giovanni Invitto, preside della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università del Salento - ma di queste nomine abbiamo parlato ugualmente e la condanna è stata unanime, anche se non espressa con un voto formale. Queste nomine, che tagliano fuori le Università del Sud e tutte le facoltà umanistiche, sono solo l’ultimo segnale negativo della politica culturale e scientifica di questo governo.

La cultura umanistica è la spina dorsale di un paese, ne rappresenta la memoria e l’identità. Ma l’esclusione di queste facoltà dalle nomine dell’Anvur sono un tentativo maldestro, l’ennesimo, di umiliare questi saperi che rappresentano gran parte del nostro patrimonio culturale nazionale. Scegliere poi di escludere tutte le università meridionali dal direttivo dell’Anvur è come aver voluto dire "queste per noi non contano nulla"». Non meno duro il commento del professor Rosario Coluccia, preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’ateneo salentino. «Hanno voluto discriminare, ancora una volta, le Università del Sud, forse in ossequio ad un pregiudizio che ci vede spreconi ed inefficienti. Invece anche al Sud - dice il professor Coluccia - ci sono atenei che rappresentano punte di eccellenza e che possono tenere alla pari il confronto con le Università del Nord. E che dire poi dell’esclusione dalle nomine delle facoltà umanistiche, oltre che giuridiche? È un fatto molto grave che indica un atteggiamento governativo sia contro la cultura umanistica che contro il Sud. Questa ingiusta discriminazione ha sollecitato l’immediata protesta delle facoltà umanistiche italiane e di tutte le associazioni accademiche che hanno affidato al professor Quondam il compiuto di redigere un documento di protesta che è stato pubblicato. Quello del ministro contro le facoltà umanistiche - conclude il preside Coluccia - è un abbaglio enorme, perché una società senza cultura umanistica e di base è una società senza futuro. C’è da riflettere molto su ciò che sta accadendo in questo Paese».

Data: 26/01/2011. Fonte Notizia: Alfredo Ancora, Nuovo Quotidiano di Puglia


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