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Svaniti per lo Stato italiano gli abitanti di Boscoreale e Terzigno

Terzigno e il punto di non ritorno

Il Sud trattato come colonia, altro che unit
lunedì 25 ottobre 2010 di Guglielmo Di Grezia
I ricordi sono tanti, d’ottobre, con mio nonno Luigi, si andava a vendemmiare alle pendici del Vesuvio. Nonno Luigi era mezzadro di un barone che possedeva una masseria nel comune di Terzigno, circa 40 moggia di terra, credo, e lui curava la vigna ed un appezzamento per la coltivazione degli ortaggi. Oltre al Lacryma Christi ci si produceva il Caprettone ed un altro vino che ora non ricordo. Ora non esiste pi? niente, al posto degli appezzamenti di terra ci sono case, mi sembra popolari, il barone ? morto, come pure mio nonno. Gli eredi del barone non credo siano mai venuti a Terzigno e a questo punto credo che non ne avrebbero nemmeno il diritto visto come hanno dilapidato il loro patrimonio. Mio nonno abitava a Boscoreale, in localit? "Marchesa" ed i suoi figli hanno pensato bene di vendere anche quella casa con annessa cantina e, nell’orto che avevano, zio Pasquale ha fatto costruire una palazzina.
Praticamente tutto ? svanito, come sono parimente svaniti per lo Stato italiano gli abitanti di Boscoreale e Terzigno. Io sono Irpino, ma non ? una questione di provenienza, la ?monnezza? ? il prodotto non solo di anni d?incuria e lassismo istituzionale e di disinteresse per il bene pubblico, ma probabilmente anche di connessioni poco chiare tra interessi diversi e forse anche con la camorra, cosa alla quale i napoletani si sono forse assuefatti. La loro colpa, se mai colpa vi ?, ? quella di permettere che lo Stato continui a nascondersi dietro un dito e che nessuno protesti. Ho letto su un giornale che: "con chi brucia la bandiera italiana non si tratta", salvo poi dimenticarsi (volutamente s?intende) che ministri, senatori e onorevoli (si fa per dire) di questo governo hanno gridato in piazza, a Venezia ed altrove, che con quella bandiera ci si poteva pulire il "culo" (non me ne vogliate riporto soltanto parole gi? pronunciate). Se a Terzigno i pi? facinorosi useranno le armi ci sar? battaglia ed alla fine si uscir? tutti con le ossa rotte, ma proprio da questo si potr? capire cos?? questo Stato. Noi siamo una colonia, siamo gestiti come tale e da colonia siamo trattati. Andr? anch?io l? allora, non certo per sparare contro l’esercito o le forze dell’ordine, ci mancherebbe altro, andr? per guardare in faccia tutti quei rappresentanti delle istituzioni, militari, poliziotti e via discorrendo, che mi dovranno sparare anche se inerte. Voglio guardarli in faccia e vedere la loro reazione. Non credete che non abbiano sentimenti, io lo so bene, come so bene che il Presidente Napolitano non pu? fare altro che quello che fa. Ma proprio perch? ? lui il capo di tutte le Forze Armate dovr? in quel momento dare l’ordine di sterminare il suo popolo. Lo far?? Forse. Questo permetter? di capire cosa sono realmente queste istituzioni e potr? cos? partire finalmente la liberazione della nostra "Terra". Avranno il coraggio di farlo? Pu? darsi, ma le conseguenze non sono calcolabili e lui insieme a loro (le istituzioni) lo sanno bene.
Al sud manca la fiducia nello Stato, non perch? manca la civilt? ed il senso civico, ma piuttosto perch? lo Stato qui non ha mai mantenuto le sue promesse, ha sempre considerato il territorio come qualcosa da depredare (come testimonia il gas dauno, il petrolio lucano, la volont? di mettere rifiuti radioattivi sempre in Lucania, e di esempi ce ne sono ad iosa).
Che sia questo il punto di non ritorno?

Guglielmo Di Grezia


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