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L?intestatario dell?edificio di Adro sognava il Sud ?regalato? alle cosche

Miglio, l’ideologo che voleva lo Stato Mafia

di Gianni Barbacetto
sabato 25 settembre 2010
Il linciaggio ? la forma di giustizia nel senso pi? alto della parola. C’? la giustizia dei legulei, che ? il modo di imbrogliare il prossimo, e c’? la giustizia popolare che si esprime nei moti rivoluzionari. Quando il sistema non garantisce pi? la giustizia, ? il popolo che si appropria del diritto di punire": cos? parlava Gianfranco Miglio, a cui in "Padania" si dedicano scuole. Chiss? se agli incolpevoli alunni dell’istituto pubblico di Adro si insegner? questo senso della giustizia. E chiss? se si racconter? chi era e che cosa diceva quel professore a cui ? dedicata la loro scuola.
Giurista, politologo, costituzionalista. Senatore del Carroccio. Riteneva l’Italia "figlia illegittima di una congiuntura storica particolare: ha mescolato insieme popoli che dovevano restare separati". Sosteneva che nell’Europa che sta "rivivendo le invasioni barbariche" ? necessario "mantenere la distinzione tra schiavi e liberi". Quanto alla politica, la considerava la prima tappa di una guerra: "A un certo punto, un uomo politico deve impugnare il fucile".
Oggi ? onorato come ideologo della Lega. Eppure Umberto Bossi aveva rotto con lui e lo aveva definito, nell’ordine: "Minchione", "arteriosclerotico", "panchinaro", "poveraccio", "vecchio con i capricci di un bambino", per finire con un sonoro "scorreggia nello spazio". Ricambiato da Miglio con una serie di complimenti non da meno: "Orecchiante", "infido", "teppa", "arruffapopolo", "pigmeo", "analfabeta", "ubriaco", "botolo ringhioso", "contapalle", "Robespierre da barzelletta", "comiziante da bar", ma anche "mentitore arabo" e "levantino con il gusto della menzogna".

Il progetto dei tre Cantoni
La bont? "? un difetto", per Miglio, che ammetteva: "Sono nato carogna". E si
definiva "la pi? aggiornata manifestazione del Demonio", anche se altri
preferivano considerarlo semplicemente una reincarnazione del venusiano dottor
Spock, il personaggio di Star Trek senza sentimenti e con le orecchie a punta.
Se c’? stato un momento in cui ? riuscito a unire teoria e pratica, ? stato nei
primi anni Novanta, quando ha predicato la divisione dell’Italia in tre
"cantoni" (Nord, Centro, Sud). Proprio allora, un complesso meccanismo si ?
messo in moto per raggiungere quell’obiettivo. Lo racconta una vecchia indagine
della Procura di Palermo chiamata "Sistemi criminali". Mentre si disfaceva il
sistema dei partiti della Prima Repubblica, che le indagini di Mani Pulite
avevano rivelato essere il sistema di Tangentopoli, una serie disparata di forze
e di poteri si erano messi all’opera per rimpiazzare il vecchio regime. Massoni,
reduci della P2, uomini dei servizi segreti, fascisti ed eversori di lungo
corso, boss di Cosa Nostra e della ’ndrangheta avevano cercato di far nascere le
leghe del Sud. Contrapposte ma complici della Lega nord. Della composita
compagnia facevano parte il Maestro Venerabile Licio Gelli e tanti altri massoni
delle logge meridionali, l’ex sindaco mafioso di Palermo Vito Ciancimino e gli
uomini di Cosa Nostra che riferivano a Leoluca Bagarella, i fascisti Stefano
Delle Chiaie, Adriano Tilgher, Giancarlo Rognoni.
Il collaboratore di giustizia Leonardo Messina nel 1993 racconta ai pm di
Palermo che con i suoi colleghi di Cosa Nostra gli era capitato di parlare di
Bossi, che nell’autunno del 1991 era stato a Catania. "Io lo consideravo un
nemico della Sicilia", diceva Messina. "Perch? un’altra volta che viene qua non
lo ammazziamo?". Gli altri lo fermano: "Ma che sei pazzo? Bossi ? giusto". E poi
gli spiegano di aver saputo da Tot? Riina che non tanto Bossi, quanto il
senatore Miglio, era collegato a "una parte della Democrazia cristiana e della
massoneria che faceva capo all’onorevole Andreotti e a Licio Gelli". E che era
in corso un lavoro, a cui erano impegnati "Gelli, Andreotti e non meglio
precisate forze imprenditoriali del Nord interessate alla separazione
dell’Italia in pi? Stati", con "anche l’appoggio di potenze straniere". "Dopo la
Lega del Nord sarebbe nata una Lega del Sud, in maniera tale da non apparire
espressione di Cosa Nostra, ma in effetti al servizio di Cosa Nostra; e in
questo modo noi saremmo divenuti Stato". Scrivono i magistrati: "Uno dei
protagonisti dell’operazione sarebbe stato Gianfranco Miglio".
Farneticazioni? I pm Antonio Ingroia e Roberto Scarpinato trovano qualche
riscontro. Interrogano un ambiguo faccendiere, arrestato nel 1996 dalla Procura
di Aosta per truffa internazionale: Gianmario Ferramonti, personaggio-chiave
nella genesi del movimento leghista, amministratore della Pontidafin, la
finanziaria del Carroccio, strettamente legato al professor Miglio; ma anche al
centro di una fitta rete di relazioni con personaggi di spicco della massoneria
italiana e internazionale e con insospettabili entrature istituzionali in
ambienti dei servizi di sicurezza nazionali e stranieri.

La trattativa con il Divo Giulio
In seguito, ? lo stesso Miglio a confermare almeno parte delle "farneticazioni"
di Leonardo Messina. In una clamorosa intervista al Giornale, nel 1999 conferma
di essere stato davvero in contatto con Andreotti, proprio nel 1992: per
svolgere una trattativa segreta che negoziasse l’appoggio della Lega alla
candidatura del Divo Giulio alla presidenza della Repubblica, in cambio di una
politica favorevole al progetto federalista del Carroccio (e a un posto di
senatore a vita per Miglio). "Con Andreotti ci trovammo a trattare di nascosto a
Villa Madama, sulle pendici di Monte Mario, davanti a un camino spento",
confessa Miglio. Trattativa abortita per l’opposizione dell’allora presidente
della Repubblica Francesco Cossiga, che nonostante le insistenze di Andreotti
nega al professore la nomina a senatore a vita.
Nella stessa intervista, Miglio parla anche di mafia: "Io sono per il
mantenimento anche della mafia e della ’ndrangheta. Il Sud deve darsi uno
statuto poggiante sulla personalit? del comando. Che cos’? la mafia? Potere
personale, spinto fino al delitto. Io non voglio ridurre il Meridione al modello
europeo, sarebbe un’assurdit?. C’? anche un clientelismo buono che determina
crescita economica. Insomma, bisogna partire dal concetto che alcune
manifestazioni tipiche del Sud hanno bisogno di essere costituzionalizzate".
Ecco il progetto di Miglio: "Costituzionalizzare" la mafia, affidandole in
gestione il Sud.
La Lega di Bossi risponde: abbandona il modello organizzativo varato negli anni
Ottanta, federazione di leghe locali (Lega lombarda, Liga Veneta eccetera), e d?
vita alla Lega Nord, in cui si fondono le leghe preesistenti e che nel febbraio
1991 celebra il suo primo congresso. Il nuovo programma: dar vita, anche
attraverso la secessione, a uno Stato federale articolato in tre macro-regioni:
Nord, Centro, Sud.

La rottura con il Senatur
Poi per? Umberto Bossi fa un passo indietro. Caccia dalla Lega il faccendiere
Ferramonti con tutti i suoi rapporti e le sue opacit?. E rompe anche con Miglio,
con seguito di pittoresco scambio di complimenti. Ma il tempo, evidentemente,
attutisce i contrasti. Ad Adro, il professore con la faccia da Star Trek torna
ad essere un eroe del Carroccio a cui intitolare una scuola. Diceva di amare i
bambini, Miglio. Ma solo "perch? scorgo in loro l’anticipazione di ci? che
saranno da grandi: e quelle che vedo non sono doti propriamente positive".
Genitori e insegnanti di Adro sono avvisati.
(Gianni Barbacetto)