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Tratto dall'articolo:
Identità nazionale e minoranze nello Stato italiano
di Claudio Magnabosco

Il testo integrale può essere letto su:
http://www.popoliminacciati.org/

Una pubblicazione dell'Associazione per i popoli minacciati.

Il federalismo in chiave meridionale 

In occasione delle elezioni europee del 1984 un appoggio spontaneo al movimento delle nazionalità arriva dal Movimento Politico Meridionale (MPM): gli intellettuali che da quasi 20 anni lavorano alla rivista "Quaderni del mezzogiorno" danno voce politica ad un’esigenza autonomista che travalica i limiti territoriali della Calabria dove il Movimento è nato, e ripropongono, in maniera del tutto diversa da ogni esperienza precedente, la questione meridionale.

"Il Meridione è stato ridotto ad un'area di disgregazione sociale e di camorrismo pubblico e privato”, scrive il MPM; “gli uomini politici meridionali sono intrisi di cinismo fino al midollo. Tale situazione si protrae dai tempi del Risorgimento, quando, nel giro di 20 anni, il Meridione fu allegramente spogliato delle sue enormi risorse di oro; l'industria napoletana fu distrutta con mille trucchi finanziari; il gran processo di rinnovamento delle campagne, avviato sotto gli ultimi Borboni, fu bloccato nel 1887. Al popolo basso fu lasciata l'alternativa di emigrare o di darsi al brigantaggio. Quando sul finire del secolo nacquero i partiti di massa, essi furono naturalmente nordisti. Il fascismo cancellò la stessa espressione ‘questione meridionale’. Anche la grande cultura fu sospinta ad emigrare. Caduto il fascismo, anche per il Partito Comunista Italiano i contadini meridionali non ebbero altra funzione che raccogliere voti da spendere a Torino, Milano, Bologna. E arrivò anche il momento che il paese era così ricco che non sarebbe stata impresa possibile riequilibrare le economie del nord e del sud. Ma all'industrializzazione del Meridione i comunisti vollero far precedere lo sviluppo dell'Emilia Romagna e i democristiani quello delle Regioni venete".

Il meridione, oltre ad avere una propria specifica identità che potremmo definire "nazionale", comprende nel suo territorio le nazionalità in assoluto meno tutelate dello Stato italiano: gli Albanesi, i Grecanici, i Croati, i Francoprovenzali. E' anche tutto ciò a rendere naturale l'inserimento della problematica meridionale nel contesto del Movimento Nazionalitario.

In questa stessa ottica si pone anche il problema siciliano. Il Movimento d'Azione Autonomista, con altre esperienze "progressiste" che si organizzano in Sicilia, si presenta, come il MPM, in quanto movimento politico progressista e autonomista. La mafia e la corruzione, la camorra ed il clientelismo non sono le uniche carte d'identità del Sud e delle isole.


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