Celebrare l?Unit? d?Italia piace davvero a tutti. Studiarla un po? meno
Il direttore della rivista "Due Sicilie" e presidente della nostra associazione scrive a Paolo Granzotto de "Il Giornale". Segue la risposta del giornalista.
da Il Giornale:
Antonio Pagano
Direttore della rivista ?Due Sicilie?
Resto arciconvinto, caro Pagano, che la balorda occasione d?un centocinquantenario per celebrare l?Unit? d?Italia non sia stata colta per motivi di civile patriottismo, ma per dar luogo a uno dei tanti ?eventi? grazie al quale tirar su qualche opera di regime - che sia uno stadio, un auditorium o un famigerato centro polifunzionale poco importa - e allestire una qualche manifestazione dove mettersi in mostra, petto in fuori e pancia in dentro. Che il clou dei festeggiamenti sia rappresentato dalla realizzazione di un centinaio di progetti edilizi centocinquantaneristi oltre a una serie di tableaux vivants dove intere scolaresche fornite di apposite casacche verdi, bianche e rosse saranno chiamate a rappresentare il tricolore, la dice lunga sullo spirito cementizio e fieristico che animava gli artefici del ?grande appuntamento con la storia patria?. Tant?? che l?apposito comitato di storici, intellettuali e rappresentanti della societ? civile ? stato messo l? per atto dovuto, a mo? di fiore all?occhiello, col compito generico e dunque elusivo del controllo ?culturale? - ma mi dica lei! - su tutto un ambaradam del quale ovviamente non ? responsabile. E s? che la disposizione ad approfittare dell?evento per dare, beninteso con le dovute maniere, una ripassatina alla ?vulgata?, quella che lei chiama la ?propaganda savojarda?, era e resta forte negli ambienti storici e culturali. E forse la cosa si sarebbe anche potuta fare se non si fosse messa di traverso la sinistra. La quale, seppur da Gramsci in poi molto critica nei confronti della ?vulgata? e mai propensa alla retorica da essa definita pariottarda, per fronteggiare in qualche modo la Lega - e s?, l?incubo dei ?sinceri democratici? - s?? presa di passione per Garibaldi e per l?intero campionario di eroi risorgimentali, difendendo a spada tratta la loro rappresentazione iconica, da figurina Panini, oltre che la visione di un?Italia fatta per sentimento e moto unitario e democratico di popolo. Per dire: un quotidiano gauchista come La Stampa di Torino ? arrivato a scrivere, in quello che ? il suo bignamino risorgimentale per i bravi lettori, che con l?impresa dei Mille ?il Nord e il Sud dell’Italia erano nuovamente uniti dopo secoli?. Va bene che da sempre i bravi lettori chiamano quel giornale ?la busiarda?, la bugiarda, ma deve riconoscere, caro Pagano, che a sparare panzane di tal fatta non os? nemmeno la pur storicamente spregiudicata ?propaganda savojarda?.
Paolo Granzotto
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