Spesso si parla di sviluppo nel Mezzogiorno, da quasi un secolo si progettano interventi economici e finanziari che, mediante copiosi investimenti, cercano di far sviluppare regioni e zone ?represse? del nostro paese.
Tuttavia queste politiche di sviluppo hanno delle forti limitazioni, in primo luogo i ?finti investimenti?, nel senso che milioni di euro di denaro pubblico non finiscono nelle mani di chi dovrebbe sviluppare questi progetti, ma molto spesso arricchisce affaristi senza scrupoli e politicanti ascari e ingordi di ?denaro pubblico?.
In secondo luogo gli amministratori locali si rivelano puntualmente incapaci di poter utilizzare tali fondi che rimangono non spesi.
Infine, le grandi aziende e le multinazionali (ad esempio la Fiat) sfruttano i fondi pubblici per costruire mega industrie (o cattedrali nel deserto) che creano economia e benessere per migliaia di famiglie, peccato che non siano a lungo termine (casi famosi l?Alfa Sud o pi? recentemente Termini Imerese)! Difatti, esauriti i finanziamenti pubblici, queste mega industrie, spuntate come funghi, appassiscono, chiudono e svaniscono nel nulla. Per non citare casi ancor pi? gravi, come l?Ilva di Taranto, che creano posti di lavoro a discapito dell?ambiente.
La soluzione potrebbe essere quella di stabilire una correlazione tra Sociologia ed Economia, all?interno della quale si potrebbero individuare politiche di sviluppo sostenibile pi? efficaci.
Una di queste ? lo sviluppo della cultura in funzione dell?economia, ci sono tantissimi esempi che potrebbero sfruttare tale connubio.
Del resto la cultura rappresenta il pilastro su cui si basa una societ?, in questo articolo si prender? in esame un aspetto culturale che negli ultimi anni nel materano, in Basilicata, sta prendendo piede.
Questo ? lo sviluppo dell?arte cinematografica.
Stanno girando per tutto il web e non solo sui blog e siti meridionalisti.
Sono apprezzati e commentati.
Stiamo parlando dei 17 buoni comportamenti che un vero meridionalista deve avere.
A poco più di un anno di distanza si presenta il secondo episodio di quella che potrebbe diventare una nuova saga del terrorismo religioso (tutto di matrice nostrana), e chissà che un giorno non si organizzeranno in una "Al Quaeda" cattolica!
Si ripropone un’interessante analisi, dal sito Civiltà Laica, di circa un anno fa ma ancora attuale...